Cao d'Ano - Capodanno Veneto

Cao d'Ano - Capodanno Veneto - ALBA Veneta

La parola calendario deriva dal latino calendarium, un registro dove venivano iscritti i pagamenti degli interessi o la restituzione dei capitali dei prestiti, che di solito si effettuava il primo giorno dei mesi dei romani, le calende. Se guardiamo allindietro, sono stati molti i calendari e i capodanni che i popoli hanno adottato: per i greci incominciava la seconda metà di luglio; per il calendario lunare dei cinesi si festeggia fra il 21 di gennaio e il 19 di febbraio e in mesopotamia, per fare qualche esempio, lanno cominciava con il plenilunio di primavera. Il capodanno della Serenissima Repubblica Veneta si celebrava invece il primo di marzo. Questa data è antica: pare infatti che fosse un vecchi capodanno europeo e anche linizio dellanno religioso nellantica roma, che lha abbandonato nel 153 a.c. Il More Veneto del 1° marzo trovò la sua fortuna nellarea veneta a partire dai primi decenni dopo lanno 1000, quando inizia a diffondersi rapidamente anche luso di datare i documenti secondo lo stile veneto e questo fino allinvasione francese del 1797. Accanto alle date appariva la dicitura more veneto, per i periodi compresi tra i mesi di gennaio e febbraio che, secondo il calendario veneto, appartengono ancora allanno precedente. In tutto il Veneto i riti ed i festeggiamenti del capodanno veneto assumono molti diversi nomi e sono celebrati in modi differenti. Bati marso, El bàtare marso o Ciamàr marso sono i termini più diffusi ed indicano il rito compiuto dai ragazzini, per sei sere attorno al capodanno, di correre per il paese battendo violentemente bussolotti, lamiere, pentole e coperchi. El Bruxamarso, Piroea o El vivò marso è un rito diffuso un po dappertutto ma trova la sua apoteosi nella pedemontana dove dopo il tramonto i fuochi ornano i crinali delle montagne creando uno scenario spettacolare. El cantar marso invece indicava le canzoni o i motivetti che si cantavano attorno al fuoco oppure andando a batter marso. Era consuetudine, fino allinvasione napoleonica del 1797, che le persone si facessero gli auguri di buon anno fino al nono giorno dopo il capodanno. La Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza apparve il 9 marzo 1510 (in piena guerra di Cambray con la Venetia devastata da eserciti tedeschi, francesi e spagnoli) al contadino Giovanni Cigana salutando con le parole Bon dì e bon ano!! I miracoli che accaddero nei giorni seguenti nei pressi del capitello dove apparve la madonna, convinsero il vescovo ed i fedeli a costruire una chiesa al posto del capitello. La chiesa custodisce ancora oggi i documenti originali in latino con le testimonianze riportate rigosamente in veneto dei saluti della madonna Bon dì e bon àno. 

 

ALBA Veneta

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